Curiosità sull’ouzo: storia, da dove deriva la parola e le sue proprietà
L’ouzo è strettamente correlato con la Grecia, le sue estati ed il suo mare. In Grecia è la bevanda acolica per eccellenza ed allo stesso tempo molto apprezzata dai turisti. Viene prodotto in varie parti della Grecia anche se i luoghi più tradizionali sono l’isola di Lesvos, in particolare l’area di Pollari, Tyrnavos e Kalamata.
La natura e le proprietà dell’ouzo rivelano il suo carattere mediterraneo e soprattutto greco. Il profumo di anice che aleggia da un bicchiere di ouzo, ti riporta a piacevoli ricordi o ti fa vivere estati spensierate con gli amici in riva a mare della Grecia.
Per i monaci del Monte Athos era una pratica comune distillare le vinacce
Il momento preciso storico in cui i sotto-prodotti della vinificazione (le vinacce) sono stati distillati per produrre acquavite non è noto. È probabile che sia cominciato nel tardo periodo bizantino grazie ai progressi nella lavorazione del rame ed i successivi miglioramenti nelle attrezzature della distillazione che hanno contribuito alla distribuzione in larga scala.
Quello che è certo è che i monaci del Monte Athos conoscevano molto bene il processo di distillazione prima del 15° secolo, visto che era una pratica comune distillare le vinacce che rimanevano dal processo di vinificazione. Nel 1896 lo stato greco emanò il primo permesso di poter produrre una bevanda distillata a partire dalle vinacce.
Da dove deriva la parola ouzo? Ci sono varie teorie che provano a spiegarlo.
Non è nemmeno precisamente noto quando l’ouzo sia stato cominciato a produrre e nemmeno quando si è cominciato ad usare il suo nome. Ciò che è noto è che è stato prodotto nel territorio greco e sviluppato dalla produzione di tsipouro, ecco perché inizialmente si chiamava raki “matavrasmeni” (di nuovo distillato).
La parola ouzo non ha alcun significato in greco e sembra che non sia mai stata largamente utilizzata almeno fino alla seconda metà del 19° secolo. Esistono tuttavia differenti teorie sull’etimologia della parola “ouzo”. Secondo una teoria, il termine deriva dalla parola “uso” (per utilizzo) che veniva stampata sulle casse che venivano esportate in Europa. Un’altra teoria, che pare più attendibile, afferma che la radice della parola ouzo derivi dal greco antico “ozo” (che significa odorare, a causa del suo aroma) oppure c’è chi sostiene che derivi dalla parola turca “uzum” (grappoli d’uva ed infusi).
Erbe utilizzate nel corso della storia per produrre l’ouzo
L’ouzo, inizialmente nato dalla distillazione delle vinacce, possiede il suo sapore singolare grazie alle erbe mediterranee che gli danno il suo aroma. Anice, finocchio, mastice, semi di coriandolo, radice di angelica, fiori di tiglio, cardamomo ed altre piante ed erbe nel corso del tempo sono finite negli alambicchi per essere usate nelle ricette di molte famiglie produttori di ouzo.
L’eccezionale qualità dell’ouzo ha fatto sì che la domanda aumentasse fino a diventare popolare in tutta la Grecia. Oggigiorno è infatti la bevanda alcolica più popolare e bevuta.
Rientra nella categoria speciale degli alcolici a base di anice
Gli alcolici a base di sapore d’anice costituiscono una categoria speciale. Sono fatti con alcool neutro di origine agricola al quale vengono aggiunte piante e prodotti di piante aromatiche (intesi come semi, radici, fiori o frutti) o estratti naturali prima o dopo la distillazione. Le piante usate per questo scopo sono comunemente anice, finocchio o altre piante con che contengono la base aromatica di anetolo.
La maggior parte dei paesi mediterranei produce bevande che appartengono a questa categoria, ma, la versione dell’ouzo greco non solo costituisce una bevanda nazionale, ma un marchio riconosciuto a livello internazionale ed esclusivo della Grecia. Il nome ouzo è stato registrato nel mercato europeo che ha determinato delle regole per la sua produzione.
Che proprietà deve avere per essere denominato ouzo?
Una bevanda a base di anice, per essere chiamata ouzo deve avere le seguenti proprietà:
- essere prodotta esclusivamente in Grecia;
- essere prodotta da alcolici misti aromatizzati mediante distillazione o macinazione usando anice, possibili semi di finocchio, mastice chiamato “Pistacia lentiscus” tipico dell’isola di Chios o da altre radici aromatiche, piante e frutti;
- l’aromatizzazione dell’alcol per distillazione deve rappresentare al meno il 20% del titolo alcolometrico effettivo;
- deve essere prodotta per distillazione in alambicchi di rame di capacità 1.000 litri o inferiore;
- avere un grado alcolico puro (non del prodotto finito) non meno di 55% vol. e non superiore a 80% vol.;
- il prodotto finito deve essere incolore, avere un contenuto di zucchero di 50 grammi o meno per litro ed un grado minimo alcolico del 37.5%.
È visto come un aperitivo che stuzzica l’appetito grazie alla sua abilità di aumentare le secrezioni di gastrina prodotte dallo stomaco e creando quindi la sensazione di fame. Anche i componenti aromatici di anice stimolano l’appetito.
Ecco perché gli antipasti sono essenziali nell’accompagnare l’ouzo.
L’ouzo si combina molto bene con antipasti di tutti i generi o qualsiasi semplice piatto che solletica il palato. È idealmente abbinato al pesce (come polipo, calamari, sardine, acciughe), alla carne (come affettati, polpette, salsicce), a tutti i tipi di formaggi, insalate verdure ed olive. Può essere bevuto puro o mescolato con acqua.
Le persone bevono l’ouzo per rilassarsi, parlare, scherzare e comunicare con altri.
(Un ringraziamento speciale a “Ouzo Barbayanni” per le informazioni fornite)

Taxia Kampouri
Mi chiamo Taxia e sono greca. Mi piace condividere le bellezze e le tradizioni della mia nazione per farti scoprire “l’altra Grecia”.